Monte Domini, le Lucciole e le Stelle
Le rovine ritratte in questo articolo appartengono alla piccola Chiesa di Monte Domini, situata sulla vetta della catena dei monti che dividono il Valdarno dalla Valdigreve, in una posizione particolarmente panoramica e dispersa tra alcune incolte e pressoche disabitate colline del Chianti.
La chiesa fu distrutta durante la seconda guerra mondiale mentre il vicino basamento di pietra con la grande Croce non subì particolari danni. Dal terrazzo dove è situata la Croce in ferro il panorama è magnifico, con il teleobiettivo (o un binocolo) la mattina si possono osservare le torri di San Gimignano, il Duomo di Firenze, Firenze e tutti i comuni che costeggiano l’Arno (Figline, S. Giovanni, Montevarchi), il Pratomagno, l’Abetone e tutti i paesi sottostanti… e molto altro ancora, di notte tutto questo appare come minuscoli formicai luminosi che sprofondano tra le pieghe della terra, sovrastati da un’immensa Volta Celeste.
Come ogni estate arriva il giorno in cui decido di provare a cimentarmi nelle fotografie notturne. Devo dire che le volte precedenti ci avevo provato con scarsa convinzione e con ancora più scarsi risultati, questa volta invece sono particolarmente determinato e i richiami che mi spingono a dedicarmi a questo tipo di fotografia sembrano incontrollabili.
Mi metto subito a cercare le varie tecniche con cui riprendere i cieli stellati. Tra le altre rimango particolarmente impressionato da quelle che permettono di fotografare le stelle con esposizioni molto lunghe (un’ora e anche più) o con molte immagini di 30 secondi scattate in sequenza e unite con un apposito programma. Queste tecniche permettono di fotografare la rotazione delle stelle, le quali vengono impresse come delle lunghe scie luminose che ruotano intorno all’unica stella che rimane immobile nel cielo: la Stella Polare.
Le principali condizioni per ottenere buoni risultati con queste tecniche sono:
1) un cielo limpido e senza Luna
2) un luogo con il minor inquinamento luminoso possibile
3) una certa pazienza
4) conoscenza delle varie tecniche fotografiche
Per il primo punto faccio qualche ricerca sul posizionamento della Luna e delle Stelle in quel periodo e scopro che per coincidenza propio in quei giorni la Luna è assente, scopro anche (e questo la dice lunga sulle mie conoscenze astronomiche ) che per inquadrare la Stella Polare devo puntare la fotocamera verso Nord… o in alternativa posso provare a fotografare la Via Lattea puntando a Sud.
Per la location mi viene subito in mente Monte Domini, un luogo lontano vari chilometri dai luminosi centri abitati e da strade ad alto traffico. Per la pazienza non ci sono problemi, è un periodo particolarmente caldo con umidità che nelle previsioni meteo della vicina Firenze arriva anche al 95%, non aspettavo altro che avere un buon motivo per
andarmene dal paese e passare una serata ad un’altitudine maggiore… con un’aria sicuramente più respirabile. Le conoscenze tecniche invece sono il mio punto debole, solo a fatica riesco a frenare l’irresistibile impulso a partire la sera stessa… dopo un lungo dibattito con me stesso mi convinco che senza approfondire e studiare ulteriormente le
tecniche di ripresa rischio di tornare a casa con pessime foto, che frenerebbero il mio entusiasmo per questo genere di fotografia
La sera successiva però non riesco a trattenermi, salgo in macchina con tutta l’attrezzatura e percorro i vari chilometri di strada, in parte asfaltata e in parte bianca, che mi separano dal luogo prescelto. Arrivo sul posto verso le 21:30, c’è ancora un po’ di luce che mi consente di preparare l’inquadratura migliore visto che di li a poco sarebbe diventato completamente buio e che quella notte neppure la luce lunare sarebbe arrivata in mio soccorso.
Con una piccola bussola trovo il Nord, ma individuare con precisione la Stella Polare è più difficile di quanto pensassi considerando che non l’avevo mai fatto prima, dopo alcuni minuti riesco a trovare 1 delle 2 Costellazioni del Carro… ma la cosa non mi è molto utile visto che non saprei determinare con esattezza se si tratta della minore o della maggiore… nel frattempo scopro che quella sera non sarei stato solo sulla montagna, vedo alcune piccole Lucciole che cominciano ad uscire dai cespugli e a svolazzare e lampeggiare intorno alle rovine degli antichi edifici.
Mi fermo un attimo ad osservarle. Rimango colpito dalla loro lenta e tranquilla andatura che, diversamente da molti altri insetti, non produce nessun tipo di ronzio. Provo ad afferrarne delicatamente una che mi passa vicino, ma con un’inaspettata accelerazione e agilità schiva il mio tentativo e prosegue il suo volo con il solito ritmo tranquillo e rilassante. I piccoli ma numerosi lampi di luce, ma soprattutto l’imprevedibilità con cui questi appaiono nel paesaggio ormai quasi buio, riescono a rapire completamente la mia attenzione, interrompendo la mia attività e svuotandomi la mente da qualunque altro pensiero, solo dopo un po’ riesco a riprenderne il controllo e a continuare ciò per cui sono
lì quella sera. Sono ormai le 22:45, in fretta e furia imposto la fotocamera e il telecomando in modo che scattino ripetutamente una serie di fotografie da 30 secondi l’una, dal quel momento non avrei dovuto fare altro che aspettare che passasse almeno un’ora per poi tornare a bloccare la sequenza di scatti e ripartire verso casa.
Non sapendo cosa fare durante quest’ora decido di salire sul terrazzo del basamento dov’è situata la grande Croce in ferro, per gustarmi a pieno la Volta Celeste e il paesaggio sottostante. L’edificio non è molto sicuro.. alcuni gradini sono già franati e quasi tutta la ringhiera della scalinata e del terrazzo è traballante. Con un po’ di coraggio raggiungo la Croce in ferro ma ne vale ampiamente la pena. A differenza del ritmico e imprevedibile lampeggiare delle piccole Lucciole, l’apparente immobilità dell’enorme Volta Celeste e delle luci sottostanti aumenta la mia concentrazione… e i pensieri si accavallano. Osservo le stelle verso cui ho puntato la fotocamera e comincio ad avere qualche dubbio sul fatto di aver centrato la Stella Polare. Poi guardo dall’alto verso il basso Firenze: “chissà che aria pesante e che caldo avranno laggiù” penso tra me e me…. mi sento quasi un Dio nell’osservare quei piccoli formicai luminosi dal mio punto di vista, poi alzo lo sguardo e mi sento minuscolo e insignificante rispetto all’immensità dello spazio infinito sopra di me. Tra un pensiero e l’altro vedo anche qualche stella cadente e forse un ufo… o comunque un oggetto che ha una traiettoria insolitamente curva e veloce e che appare e scompare nel nulla nel giro di pochi istanti. Il tempo passa velocemente, decido di guardare l’orologio solo perché comincia a fare freschino e non ho niente con cui coprirmi. E’ già passata un’ora ed è già molto tardi visto che devo fare ancora vari chilometri di strada e la mattina successiva devo alzarmi presto. Dò un ultimo sguardo al paesaggio e poi scendo dalla croce per recuperare la fotocamera e ripartire verso casa.
Il giorno successivo elaboro le immagini e scopro che fortunatamente ho centrato la Stella Polare e che l’immagine finale è venuta abbastanza bene, inoltre vedo che anche i lampi delle Lucciole sono rimasti impressi nei fotogrammi, animando la parte bassa dell’inquadratura che altrimenti sarebbe rimasta buia e anonima….. e la cosa mi piace assai.
Ormai ci ho preso gusto, decido che anche quella sera l’avrei passata al fresco sulla montagna, a riprovare questo genere di fotografia.
Quella sera arrivo sul posto in anticipo e riesco a non farmi ipnotizzare per troppo a lungo dal ritmico lampeggiare delle piccole Lucciole, questo mi permette di avere più tempo a disposizione per studiare un’inquadratura più ampia ed equilibrata.
Anche un’ombra misteriosa, che a volte appare nei mie paesaggi, si manifesta sul terrazzo della Croce e mi aiuta nella composizione dell’immagine indicandomi qual è la Stella Polare. Faccio partire la serie di scatti e salgo in fretta sul terrazzo della Croce ma nel frattempo l’ombra misteriosa è scomparsa. Per passare il tempo inizio a scrutare il cielo stando con la schiena poggiata alla base della croce e i pensieri cominciano ad accavallarsi come la sera precedente… ho quasi nostalgia di vuoto ipnotico provocato dalle Lucciole.
L’ora passa comunque in fretta e mi rimane anche un po’ di tempo per fare qualche scatto alla via Lattea, anche se a Sud appare un maggiore inquinamento luminoso e qualche nube di foschia che sporcano la scena.
La sera successiva il meteo cambia repentinamente, il cielo si copre di nuvole e così rimane per qualche altro giorno, al massimo posso tornare a fotografare Monte Domini durante il giorno, sperando che il sole, per qualche attimo, si faccia largo tra le dense nubi nere.
Il luogo rimane molto bello ma non è lo stesso della notte precedente, mancano i lampi delle Lucciole, lo scintillio delle Stelle, i richiami dei rapaci notturni, i grugniti e i fruscii di creature indecifrabili che si muovono tra la vegetazione, sembra quasi che la montagna stia riposando durante il giorno.
Dopo qualche giorno le nubi spariscono e posso ritornarci di notte. Arrivato sul posto però scopro, con un pizzico di delusione, che anche questa volta la montagna non è la stessa. La Luna è alta e la sua luce quasi accecante indebolisce la brillantezza delle stelle, inoltre la temperatura è più fredda e le Lucciole non vogliono saperne di uscire dai loro rifugi. Allora mi resi conto che non è facile incontrare la vera essenza vitale di un luogo… e che gli incontrollabili richiami dei giorni passati, forse, non erano casuali.
luglio 29 2010 07:07 pm | Racconti
Marira on 09 ago 2010 at 07:16 #
Tutto molto bello, tutto molto significativo, sia le foto (meravigliose, che lasciano stupiti), sia il testo, con la minuta e sentita descrizione del luogo, del tempo, dell’atmosfera, delle emozioni provate.
Grazie, Alessandro!
Alessandro Landi on 14 ago 2010 at 12:40 #
Grazie a te Maria!
fraz on 16 ago 2010 at 16:41 #
Ciao Alessandro, complimenti per le foto. Capito sul tuo sito perché sto cercando informazioni su MonteDomini, che è uno dei miei luoghi sacri. Non ci torno da qualche mese e stamani ho avuto notizia da chi c’è stato ieri che… è tutto recintato con scritto “divieto di accesso, proprietà privata”! Mi sembra assurdo, mi sento come privato di un monumento che, per il suo fascino e la particolarità della posizione, aveva un valore inestimabile. Tu quando ci sei stato l’ultima volta?
Alessandro Landi on 16 ago 2010 at 18:42 #
Ciao fraz, l’ultima volta che ci sono stato io era il 25 luglio e non c’era nessuna recinzione… appena ho tempo per ritornarci ti faccio sapere se dovesse essere cambiato qualcosa